Cap. 3      I luoghi e le origini di un cognome



3.1 - Descrizione dei luoghi


Dopo le brevi notizie sui miei avi, appare ora necessario soffermarsi anchesul luogo di provenienza; molto può essere ricavato dalle informazioni che l'analisi geografica ci mette a disposizione. Occorrerà però, dimenticare la ricerca genealogica dettagliata degli ascendenti descritta precedentemente, puntando invece su di una ricerca storico-geografico-etimologica del cognome in questione e ancor più su ciò che alcuni personaggi che si chiamavano "Verda" furono ed operarono nella loro esistenza anche se, lo ripeto, non necessariamente appartengono al filo diretto e puro della mia discendenza.
Come appurato dalle notizie in possesso attualmente, il luogo di origine risulta essere l'entroterra ligure , nella provincia di Imperia e più specificatamente nella Valle del fiume Impero.
Accanto alla cittadina di Pontedassio, adagiata tra coltivazioni di ulivi si affaccia un piccolo paese, una piccola frazione, chiamata Villaviani. E' da questa localita' che provengono la maggior parte degli avi del ramo di discendenza dei "Verda".
Le successive citazioni tratte dai testi di storia locale ( tratte dai testi riportati in "note bibliografiche") potranno dare un quadro molto chiaro della situazione sia per quanto riguarda l'aspetto geo-topografico sia per quanto riguarda le vicende storico-economiche che hanno interessato la zona.

Fra San Lorenzo e Capo Berta lungo il mare e al riparo della dorsale montuosa che va dal monte Faudo al monte Moro, a monte Grande e al Pizzo d'Evigno, si estende ad anfiteatro, suddiviso in più valli e vallette aperte e dal rilievo assai meno aspro che ad occidente, il territorio propriamente detto di Imperia, che fa capo ai due centri , già rivali ed oggi uniti, di Porto Maurizio e Oneglia. Esso possiede analoghe caratteristiche fisiche, analoghe risorse, un dialetto affine e gli stessi connotati delle valli più vicine ad Albenga, del cui territorio comitale fece parte fino al secolo XIIIe della cui diocesi fa parte tuttora. Nel moto di emancipazione comunale e nella susseguente politica genovese del "divide et impera", fra il secolo XII e il secolo XIII, Porto Maurizio fu la prima a rendersi autonoma sia dai Marchesi di Clavesana, signori del contado Albenganese, sia dal Vescovo di Albenga, che la teneva per tramite dei monaci della Gallinara, mentre Oneglia era suo dominio diretto. Vi concorse certamente la crescente fortuna del "porto" probabile fondazione navale difensiva dei bizantini già nel VI-VII secolo, rispetto al porto di Albenga, che cessò di esistere fra il secolo XII e il secolo XIII in seguito alle alluvioni e allo spostamento della foce del Centa; e così Porto Maurizio ieri, Imperia oggi è di Albenga la vera erede, specialmente sul piano della competizione commerciale e marittima. La città unica di Imperia, nata per conservare il capoluogo della provincia ma frustrata nelle sue aspirazioni moderne alla ferrovia e allo sbocco del Piemonte, non ha che 45 anni di vita: troppo pochi per fare storia. Essa è costituita nella realtà da due centri costieri emuli e rivali, Porto Maurizio e Oneglia, con le vallate che a ciascuna fanno capo, in corso di avvicinamento e di fusione lungo il mare e in funzione del porto, che tuttavia non e 'riuscito a diventare unico. Il dualismo ha radici profonde, non solo perchè già dall'antichità le vallate principali, di Porto Maurizio e di Oneglia,costituirono due cominità o pagi diversi, ma anche perchè dall'età feudale in poi le divergenze si accennarono: Porto Maurizio protesa sul mare e precocemente sviluppatasi in Comune mercantile, Oneglia feudo vescovile fino al 1298, legata ad Albenga fino a questa data nella resistenza a Genova, poi integrata nella Repubblica Genovese, col Marchesato di Dolceacqua, per abile azione di un ramo dei Doria (ed a Oneglia nacque poi Andrea Doria ," Padre della Patria" e massimo esponente della Repubblica), ma nel 1576 con altrettanto abile mossa acquistata da Emanuele Filiberto per farne, durante tre secoli, un'appendice e uno sbocco sussidiario di Nizza, del Piemonte sul mare. I Savoia come eredi dei Conti di Tenda e Ventimiglia-Lascaris, vennero inoltre in possesso delle alte valli di Porto Maurizio (la contea di Prelà) e di Oneglia (la Signoria del Maro), ma non riuscirono mai a vincere la difesa genovese sulla linea dell'alta valle Aroscia, cosicchè, se da un lato poterono interrompere la continuità territoriale del dominio genovese lungo il mare col possesso di Oneglia, dall'altro non conseguirono mai, se non per strade impervie, la continuità territoriale fra Oneglia e il Piemonte, finchè la Rivoluzione Francese e Napoleone amalgamarono Liguria e Piemonte in un unico Stato. Poche vallate liguri, come quella che prende il nome pomposo dal torrente Impero (derivato nel sec. XVII, dall'inclusione di Oneglia sabauda fra i "feudi Imperali") presentano un aspetto così conservatore ed a un tempo così aperto alle comunicazioni con il mare e con l'entroterra, da una lato per la sopravvivenza di un'economia tradizionale legata sopratutto al commercio oleario, dall'altro , perchè da oltre un secolo cioè dalla fusione della Repubblica di Genova col Piemonte, la valle è stata ed è tuttora percorsa dalla più importante arteria di collegamento col Piemonte stesso, che dai tempi di Emanuele Filiberto aveva cercato di fare di Oneglia il suo sbocco al mare, surrogato di Nizza, troppo esposta ad occidente e di Albenga saldamente genovese. Diversa era la situazione nel medioevo, perchè questa arteria aveva importanza trascurabile di fronte alle strade naturali Albenga-Pieve di Teco e Albenga - Garessio lungo le valli dell'Aroscia e del Neva , e perchè la valle dell'Impero fu per tempo politicamente divisa : la parte mediana della valle , con capoluogo Pontedassio, legata al Vescovo di Albenga e poi attraverso i Doria a Genova; la parte alta con la vasta conca rivolta ad occidente e dominata dal monte Grande, passata nel secolo XII sotto il dominio dei Conti di Ventimiglia-Tenda. Di qui la denominazione tradizionale di "Valle di Oneglia" alla prima e di "Valle del Maro" alla seconda, della quale il Castello e il Borgo del Maro (Borgomaro) diventarono il capoluogo feudale. Sul piano storico-architettonico questa divisione politica ebbe riflessi trascurabili, anche se nella valle del Maro i ricordi dei Conti di Ventimiglia sono ancora vivi e frequenti, come sono visibili i maggiori legami con le forme e le influenze dell'architettura montana piuttosto che marittima. Identica è l'intensità delle culture e degli abitati, meno arroccati a formare il Borgo-Castello come nelle valli del Nervia e di Taggia e partecipi forse di una più intensa vitalità del tipo di abitato rurale a ville e fondi di eredità romana. Capoluogo della "Valle Superiore di Oneglia" era Pontedassio ricco comune rurale di fondo valle privo di castello, con una ricca gamma di edifici privati dei sec. XII e XIII , distribuiti in più gruppi ai lati del ponte che immetteva a ponente al castello di Bestagno. La valle superiore di Oneglia si divideva a sua volta in due "Castellanie" : quella di Bestagno intorno a Pontedassio e quella di monte Arosio, sconfinante intorno al "Pizzo d'Evigno" (la più alta montagna della zona) verso le valli di Albenga, con Testico e Poggio Bottaro in val Lerone. È la divisione interna del territorio rispecchiata negli statuti della valle, che risale certamente al periodo del dominio vescovile, ma ricalca forse divisioni e consuetudini più antiche.>> (ved. nota n.6)

[...]Le valli della Ligura furono abitate fin dai tempi preistorici, come è provato dal materiale archeologico rinvenuto nelle caverne locali. Secondo Plutarco, i Liguri avrebbero occupato gran parte dell'Occidente incontrapposto agli Sciti, che abitavano l'Asia, ed agli Etiopi, che poplarono l'Africa. Sappiamo che i liguri furono in prevalenza boscaioli e che abitavanoi monti. solo in un secondo tempo discesero verso il mare. Il ligure fu un popolo coraggioso, forte e rozzo. Quando i romani giunsero ad occupare le due riviere trovarono delle popolazioni ancora quasi completamente barbare; sotto l'influsso della civiltà latina andarono, poco a poco, incivilendosi.[...] Con la caduta dell'Impero d'occidente (476) anche quest'arco di terra chiamato liguria conobbe il furore dei barbari: verso il 600, Rotari, re dei Longobardi, saccheggio Taggia ed Albenga. Seguirono le scorrerie saracene ed i Mori intorno al 993 distrussero il Castel Vecchio d'Oneglia e ne dispersero per la campagna gli abitanti. quei valligiani ben presto formarono tanti nuclei abitati sparsi qua e la nella valle dell'Impero.[...]>>(ved. nota n.7)

Il dominio carolingio durò poco più di un secolo e finì con la morte di Carlo il Grasso nell'888. Durante esso accaddero due fatti importanti: primo si istituirono i ducati, i marchesati, le contee, che di nomina regia prima, diventarono poi ereditari costituendo il feudalesimo: secondo comparveronell'849 i Saraceni che saccheggiarono impunemente il nostro litorale. I Saraceni erano mori di razza Araba che avevano conquistato la Spagna e di là ,parte per mare parte per terra si erano mossi nell'89 per invadere e fortificarsi a Frassineto alle falde del Monte S. Mauro presso Villafranca. Guerrieri feroci e brutali vivevano di pirateria menando stragi, distruggendo città e paesi : annidati a Frassineto, facevano quando a quando degli attacchi contro i paesi marittimi della nostra costiera. Dopo averli occupati e distrutti avanzavano per le valli uccidendo e rubando. In tal modo aumentarono di potenza e di numero e di audacia sino a spingersi nel 935 ad Acqui, nel Monferrato ed alle porte di Torino. In quell'epoca fu distrutto Castelvecchio,che diede poi origine a Borgo, Barcheto, Costa, Costiolo, Oliveto. E in quell'epoca anche la popolazione della valle concorse a costruire il castello di Bestagno, il quale doveva servire come rifugio contro le incursioni dei Saraceni,. poco dopo furono costrutte delle Torri per comunicare, dal mare all'Alta Valle, il prossimo avvicinarsi dei tanto temuti mori>>. (ved. nota n.8)

Qualche notizia di carattere più generale sulla formazione dei piccoli comuni della Liguria è un argomento che potrebbe portare qualche nuovo elemento diconoscenza del periodo storico in cui si sono formati i paesini che sono oggetto della nostra ricerca.

[...]La signoria dei Vescovi nella Valle di Oneglia all'epoca della vendita ai Doria( 1298) comprendeva i castelli e castellanie Oneglia Bestagno ,Pontedassio, Testico, Torria, Chiusanico, Gazzelli coi paesi e villaggi daessi dipendenti. I quali erano Oliveto, Malpertugio, Costa, Costiolo, CostaRossa, Barcheto, Borgo, Villa Viani, Villa Guardia[...]. È probabilmente in questi anni (1612 ndr) che si viene formando il centro abitato di Villaviani il cui nome deriva dal fatto che moltissime famiglie della zona si chiamavano "Viani": questi fino ad allora vivevano in case sparse nella campagna tanto è vero che la chiesa di N. S. degli Angeli fino allora era "chiesa campestre".[...] (ved. nota n.10)

[...] e certamente molto modesti erano quasi tutti i paeselli della liguria occidentale molti dei quali si formarono proprio nei sec. X e XI. Credo infatti che l'origine della quasi totalità di essi risalga a questi secoli in cui i conti feudatari divenuti potenti e numerosi cominciarono a costruire in adatte località i loro castelli , la fondazione dei quali << traeva seco la costruzione d'un miserabile villaggio ove all'ombra del palazzo,raccoglievansi gli uomini il cui lavoro era necessario al padrone>>.[...]L'interesse era economico, quello di aiutarsi in tanto squallore; quelle riunioni nascevano dall'impellente necessità di coordinare gli sforzi per fecondare quelle terre orrendamente devastate e da tempo abbandonate. Questi contratti di lavoro li vediamo infatti sorgere quando i Saraceni furono scacciati da Frassineto dopo che ebbero saccheggiato, per quasi un secolo, le nostre terre. I miseri abitanti, usciti dai loro nascondigli, aiutati da pochi, discesi dai monti dove da anni stavano rifugiati, si radunano, scelgono vasti territori da coltivare , ora che è scomparso l'incubo di essere oggetto di preda, si stringono in società per aiutarsi a vicenda e cominciano, forse inconsapevolmente, quel lavoro di organizzazione e di aiuto reciproco che darà come splendido risultato la formazione del paese a Comune e infonderà negli uomini quel mirabile amore per la libertà che fu sempre il vanto degli italiani>>. (ved. nota n.9)

Da antiche riproduzioni di cartografie e mappe storiche,si conferma che a partire dal 1613 e nel 1744 e' confermata ed accertata l'esistenza dei paesi di Villaviani e di Bestagno.
[...]Il centro di Villaviani si è formato , come si è visto, nei primi anni del 1600 ; una prova di ciò è costituita dal fatto che i registri dei battesimi risalgono appunto al 1619. Il fatto che la registrazione delle morti risalga solo fino al 1806 significa che i registri più antichi sono andati perduti. Fino alla fine del secolo la media annua dei battesimi risulta di 11. Il primodato sulla popolazione risale al 10 aprile 1637. Ad una riunione del Parlamento partecipano 24 capi di casa, per cui se ne deduce che il numero delle famiglie è senz'altro inferiore alle 40 unità. Pian piano la popolazione aumentò ed a fine secolo (1698) Villaviani in quell'anno contavacirca 80 famiglie, che possono corrispondere a circa 320-400 abitanti. In questo secolo ( 1700) non ho trovato dati di popolazione su Villaviani, tuttavia penso che la popolazione non aumentò di molto per due motivi: 1) la media annuale delle nascite di tutto il secolo risulta di 11.8 e cioè di pochissimo superiore a quella del secolo precedente. 2) da un pur approssimativo calcolo fatto risulta che all'inizio del secolo successivo gli abitanti sono 400 circa, dato non molto differente da quello del 1698. Dal 1800 al 1860 la media annuale delle nascite passa da 11.8 a 15, chiaro segno di un aumento di popolazione .[...] Tenendo conto che dal 1806 al 1840 il movimento naturale risulta positivo per complessive 110 unità e tenendo conto di eventuali migrazioni, si può pensare che ad inizio secolo gli abitanti di Villaviani ammontassero a circa 400.[...] di qualcuna di queste migrazioni si può avere indirettamente notizia dall'indicazione del luogo di morte , come si vede anche per Villaviani si può dire che i più emigrassero in Piemonte[...]>>.(ved. nota n.11)


3.2 - Demografia del cognome "Verda"


Dopo queste notizie di carattere generale che servono ad inquadrare il luogo e le vicende storiche che per qualche motivo hanno interessato i luoghi, ritorniamo alla nostra ricerca che ha per oggetto il nesso tra le informazioni storiche raccolte e la Stirpe dei "Verda". Siamo in grado di stabilire da quale paese proviene la stirpe ? Un aiuto nel ricercare il paese d'origine oltre agli atti di nascita e di morte degli avi è certamente quello che ci viene fornito dalla consultazione degli elenchi degli abbonati telefonici della provincia di Imperia; ciò non ha richiesto grande dispendio di energie, ma solo un po' di pazienza nel passare in rassegna tutti i comuni ricercando il cognome oggetto di questo studio. Si è cosi riscontrata un'altissima concentrazione di questo cognome come in nessuna altra parte d'Italia. Il cognome "Verda" risulta distribuito diversamente lungo i Comuni della Valle. Occorre però qualche precisazione al riguardo: la prima è che si è ben consapevoli che la consultazione degli elenchi telefonici non ha nulla a che vedere con l'effettivo numero di personaggi "Verda" attualmente esistenti, infatti molte persone potrebbero chiamarsi "Verda" ma non essere intestatari di un contratto di apparecchio telefonico; la seconda e' che pur consapevoli di non dare a questa analisi una rilevanza piu' che quantitativa, certa e definitiva; purtuttavia non si può trascurare il dato oggettivo che 97 persone si chiamano "Verda", e cio' offre una campionatura più che affidabile per gli scopi che l'analisi si prefiggeva.
Non sarebbe però sufficientemente significativo indicare la sola frequenza del cognome "Verda" nei paesi della provincia di Imperia, (valore assoluto) in quanto, pur se si è riscontrata una massiccia frequenza dei signori "Verda", non fornisce indicazione precisa del paese di origine degli antenati. Si è preferito piuttosto ricavare un valore ponderato che metta in relazione oltre al numero assoluto anche il numero di abitanti del paese in questione, ciò per ovviare alle forti incidenze rilevate nei grossi centri come Imperia e Sanremo.


Frequenza del cognome "Verda" - nella Provincia di Imperia -

Citta' n. abitanti Freq. Numerica
Cognome "Verda"
indice posiz.
classifica
Imperia 42000
41
0.09       III
Bestagno ~ 300
8
2.67       I
Rezzo 595
7
1.18       III
Pieve di Teco 1652
7
0.42       III
VillaViani ~ 300
6
2.00       II
Sanremo 63151
6
0.01       III
Pontedassio ~ 1000
3
0.30       III
Diano Marina 7064
2
0.03       III
Ventimiglia 27200
2
0.01       III
Dolcedo 1187
1
0.08       III
Prelà 697
1
0.14       III
Ranzo 644
1
0.15       III
Riva Ligure 2989
1
0.03       III
S. Stefano 2196
1
0.04       III
Prelà Castello ~200
1
0.50      III
Arma di Taggia 14800
1
0.01       III
Carpasio 219
1
0.46       III
Bordighera 2000
1
0.01       III
Civezza 355
1
0.28       III
TOTALI178550
97
0.05

Ed inoltre :
10 Verdini, 8 Verducci, 5 Verdulli, 5 Verde, 5 Verdino, 4Verdiani, 3 Verdoia, 3 Verdone.
L'analisi è stata fatta rapportando il numero dei "Verda" riscontrati con gli abitanti. La percentuale di questo rapporto è più indicativa, in quanto si evidenziano meglio i luoghi ove il cognome in oggetto è significativamente presente diventando indicatore del paese di origine. Il valore assoluto invece, porterebbe con se i frutti dello spostamento massiccio di popolazione avvenuto nell'ultimo secolo dalle valli e dalle campagne verso i centri maggiori. Raggruppando poi in tre classi di riferimento la terza con indice che parte da 0.00 e termina ad 0.99; la seconda con indice da 0.99 a 1.99; e la prima con indice oltre 2.00, si evidenzia come la stragrande maggioranza degli attuali "Verda" risieda nei grandi centri e per contro di come i paesini di Bestagno, Villaviani e Rezzo possiedano una così alta percentuale di personaggi da indicare numericamente e temporalmente la probabile dimora dei "Verda" da molte generazioni e confermando quindi, l' origine della strirpe da questi centri minori.
In tempi successivi a questa analisi si e' pure individuata una modalita' di consultazione dei cognomi in tutta Italia: (www.labo.net) dalla quale e' stato possibile estrarre le informazioni del cognome "Verda" in tutta Italia ed anche con una rappresentazione grafica qui di seguito riportata e che conferma la precisa origine del cognome nella Provincia di Imperia e nei paesi limitrofi.





3.3 - Il cognome "Verda" nei testi di storia locale
Un'altra analisi di importanza minore ai fini della conoscenza degli avi in parentela diretta, ma molto significativa per comprendere chi e che cosa fecero in tempi passati dei signori "Verda". Questa raccolta ricavata dai testi di storia locale ove compaiono citazioni sul nome "Verda" ( ricavati da atti notarili, donazioni, lasciti, ecc.) Questo tipo di ricerca e' molto interessante ma nel contempo molto dispendiosa e dispersiva, comunque un primo abbozzato elenco realizzato puo' essere il seguente:


dal libro " Memorie Onegliesi" di L. Giordano
1576 Giorgio Verda (notaio pubblico di Oneglia)    pag.91 '500 Verda Nicolo (notaio) pag.121
1528 Joannes Verda Stephani    pag. 238
1528 Bernardinus Verda (notaio)    pag.240
1528 Baptista Verda q.m. Filipi (figlio e padre)    pag.242


dal libro " Oneglia Sabauda" di L. Giordano

1576 Pietro Giorgio Verda (notaio di Oneglia)    pag.40


dal libro " Memorie Storiche di Pontedassio" di F. Ramoino

1576 Pietro Verda di Oneglia (notaio )    pag. 119
1587 Antonio Verda. (proprietario di terre)    pag.23
1830 Don Verda Damiano, teologo( (1830-1913)    pag. 59 .
1688 Joannis Baptistae Verda (frate Agostiniano).    pag. 59
1598 Gio. Maria Verda (proprietaria)    pag. 75


dalla tesi "Ricerca geografico-umana nella valle dell'Impero " di F. Ramella :

'700 Mastro Sebastiano Verda , fu Francesco (contadino)    pag. 38
1787 Laurentius Verda (anziano)     pag.98
1779 Giovanna Verda e Vincenzo Verda     pag. 104
1854 Gio Battista Verda (soldato)    pag. 178


dal libro " Memorie Storiche della citta` e Provincia di Oneglia"di G. Figari

1298 Verda (notaio)    pag.43
1528 Bernardino Verda (notaio)    pag.49


dal libro " La valle del Maro. Paesi e famiglie nel Sei e Settecento" diA.Mela

1626 Verda Giovanni Battista di Villaviani (Parroco)    pag.62
1699 Giacomo Verda (Parroco)pag.73


dal libro " Storia delle Industrie Imperiesi" di Nello Cerisola

1800 fratelli Verda ( tipografi)pag.588
1960 Prof. Giorgio Luciano Verda, (Ass. Regionale)pag.588
1824 Giovanni Verda e madre (mugnaio)pag.588




Dalle notizie ricavate si possono trarre alcune considerazioni: innanzitutto appare chiaro come questi Archivi Araldici sono certamente superficiali e non vertitieri, nei propri elenchi fanno rientrare qualunque cognome oggetto di ricerca in un casato nobiliare vedasi "Verda" = "Verduni"; a mio modesto parere essi non hanno nessun legame ne di tipo geografico ne cognominale. Cio' si evince anche dalla citazione ove si blasona lo stemma e si verifica come esso sia perfettamente rispondente a quello della pergamena, cosa che certamente e' un falso.
Si puo concludere che il loro artificio od infelice tentativo sia quello di far coincidere il nome ricercato (che nulla ha di nobiliare) con una somiglianza forzata del cognome; cio' dimostra come per una corretta e rigorosa ricerca delle proprie origini, siano poco affidabili i dati ricavabili da questi archivi.
Tuttavia a questo punto, considerato che i "Verduni" probabilmente traggono le loro origini dall'invasione saracena e contemporaneamente per difendersi gli abitanti della valle di Oneglia costruivano il borgo ed il Castello di Bestagno, nulla vieta che i Verduni e i Verda, i cui nomi qualche radice comune è innegabile riscontrare, provengano entrambi da popolazioni di conquistatori, sopraggiunti in questi luoghi dalla Spagna, come ricavato da un dizionario di vocaboli latini ove alla voce "Vereda" indica:

<< Veredarii: poplazione ispanica intorno all'anno 829>>

Riassumendo questa ipotesi, si potrebbe affermare che all'incirca intorno all'anno 800 dei conquistatori, dei capitani di ventura, dei militari, appartenenti alla famiglia dei "Veredarii", arrivati dalla Spagna (localita' ipotizzata la città di Vereda nei pressi di Alicante) per motivi ancora ignoti conquistarono il feudo di Bestagno mentre altri suoi connazionali appartenenti sempre allafamiglia dei Veredarii proseguirono arrivando fino a Villafranca Piemontedando origine quasi contemporaneamente a queste due stirpi. Fin qui è tutto ciò che per ora ho scoperto, ritrovato e soprattutto per certi versi ipotizzato, ma nulla vieta che queste opinioni si modifichino con ulteriori notizie e ricerche che andrò via via cercando nei prossimi tempi eche segnalerò proseguendo ed aggiornando questi scritti.



per informazioni:

gianbruno.verda@virgilio.it



Come abbiamo visto precedentemente, l'origine della stirpe che porta il nome"Verda" è molto remota, ricordiamo che il documento più antico ove si cita un nostro avo risale persino al 1298:
[...]come rilevasi dagli atti di detto Consiglio, ossia Parlamento, ricevuti dal notaro Verda ove fu detto [...] ( ved. Nota n. 12)
od anche in riferimento ad un documento molto importante per la storia di quei luoghi, e cioè la vendita della Signoria dai Doria ai Savoia nel 1576 ove il notaio che sigla l'atto è un tale Pietro Giorgio Verda di Oneglia.
[ ...30 Aprile 1576 Vendita della signoria di Oneglia fatta dal signor GianGirolamo Doria al Duca Emanuele Filiberto.
[...]Al nome della Sancta etindividua Trinità[...]Io Pietro Giorgio Verda , Notajo Pubblico di Oneglia horogato il soprascritto istrumento insieme col suddetto Signor Luigi NicolòCaluxio; et M. Honorato Baldovino[...]( ved. Nota n. 13)

Se quindi il primo "Verda" riscontrato è del XIII sec. ed i luoghi sono quelli precedentemente individuati ed inoltre risulta essere un cognome molto comune nella vallata, si può ipotizzare che in epoche remote tutti i "Verda" discendano da uno stesso ceppo d'origine. Il primo grande quesito che per ora non sarà risolto ma deve sempre essere presente e il seguente:



Perchè queste terre sono state i luoghi di origine della stirpe dei "Verda"?





3.4 - Le ipotesi


Per comprendere meglio le origini del cognome può essere utile riportare le seguente definizioni sull'origine del cognome, tratte da testi sull'origine dei cognomi. Cio' può essere utile per meglio comprendere, come il cognome è inquadrato dagli studiosi dal punto di vista etimologico, topografico e storico.

Verda = Verde : VARIANTI : Véredi, Virde, Virdi e Virdis; Lo Vérede. ALTERATIe DERIVATI : Verdèlli, Verdini, e Verdina, Verdìcchio e Verdacchi, Verdècchia,Verdizzotti,Verdùzio. Verdone; Verdiani, Verdaro,e Verdier, Verdoglia,Verduci, Virduci.// Diffuso nelle forme base Verde e Verdi in tutta l'Italia,spec. nel Nord e nel Sud ( dove sono specifici Lo Verde, Verduzio nel Napoletano e, nella Calabria merid. Verduci o Virduci), in quelle Virde e Virdi, e Virdis frequente, in Sardegna, è proprio del Friuli-Venezia Giulia per Verdecchia, Verdier, e Verdoglia. Alla base sono soprannomi già medioevali formati o derivati con varia motivazione semantica in relazione al colore, davérde. (ved. nota n. x).

Facendo riferimento al più antico riferimento etimologico del cognome "Verda" che si sia ritrovato nei testi di storia locale risale a questa citazione :9 (vedi nota n. 1)

[...] laddove descrivendo la separazione del 1571 delle due chiese fatta per decreto vescovile racconta che le due chiese furono dichiarate separate per maggiore comodità dell'una e dell'altra popolazione e minor disagio del Parroco che amministrava anche la Cappella di San Sebastiano della costa dei Verdi (l'attuale Bestagno).

Molte domande sorgono immediatamente : chi erano i Verdi? Perchè costa dei Verdi e non costa dei Verda? E' dal paese di Bestagno che la stirpe comincio'a moltiplicarsi? Come e perchè il paese di Bestagno può essere considerato la "culla" della stirpe ? Probabilmente i luoghi vicino a Bestagno venivano chiamati in questo modo per indicare il luogo ove risiedevano molti "Verda" e quindi il dubbio della finale appare forse risolto. Chissa? Comunque per ora non prenderemo in considerazione del come i Verda furono cosi' numerosi a Bestagno, ma cercheremo di spiegare con delle ipotesi piu' o meno attendibili, ma sempre suffragate da qualche documento, del motivo per cui a Bestagno si insediarono e presero possesso di queste terre dei personaggi che a quei tempi portavano il nostro cognome. Vi sono due possibili ipotesi di ragionamento: o i "Verda" erano originari dalla notte dei tempi di questi luoghi, oppure un bel giorno di qualche secolo fa un certo avo, che si chiamava Verda o che proveniva da una città con nome simile, non si sa per quale motivo, ma arrivò in queste terre, come emigrante oppure come colonizzatore oppure come invasore e ivi risiedette dando inizio a questa stirpe.
Viene così presa anche in considerazione l' ipotesi che deriva da notizie ricavate tempi fa dal prozio ( vedi nota n. 1) Carlo Verda, in cui egli affermava che da ricerche commissionate era giunto alla conclusione il cognome era di origine spagnola e pronunciato con l'accento sulla 'a' finale : verda'. Questa ipotesi fa risalire il cognome della stirpe a seguito di un personaggio proveniente dalla Spagna (forse dall'isola " Verde", vicino ad Alicante o nelle Isole Baleari) e che in tempi molto remoti potrebbe essere davvero il capostipite della famiglia "Verda". Questo si inserisce abbastanza bene in un quadro storico che ha come riferimento temporale il sec. IX, quando la zona era invasa e dominata dai Saraceni, che provenivano dal nord della Spagna.

[...] Il dominio carolingio durò poco più di un secolo e finì con la morte diCarlo il Grasso nell'888. Durante esso accaddero due fatti importanti: primo si istituirono i ducati, i marchesati, le contee, che di nomina regia prima, diventarono poi ereditari costituendo il feudalesimo: secondo comparvero nell'849 i Saraceni che saccheggiarono impunemente il nostro litorale. I Saraceni erano mori di razza Araba che avevano conquistato la Spagna e di là ,parte per mare parte per terra si erano mossi nell'889 per invadere e fortificarsi a Frassineto alle falde del Monte S. Mauro presso Villafranca. Guerrieri feroci e brutali vivevano di pirateria menando stragi, distruggendo città e paesi : annidati a Frassineto, facevano quando a quando degli attacchi contro i paesi marittimi della nostra costiera. Dopo averli occupati e distrutti avanzavano per le valli uccidendo e rubando. In tal modo aumentarono di potenza e di numero e di audacia sino a spingersi nel 935 ad Acqui, nel Monferrato ed alle porte di Torino. In quell'epoca fu distrutto Castelvecchio,che diede poi origine a Borgo, Barcheto, Costa, Costiolo, Oliveto. E in quell'epoca anche la popolazione della valle concorse a costruire il Castello di Bestagno, il quale doveva servire come rifugio contro le incursioni dei Saraceni,. poco dopo furono costrutte delle Torri per comunicare, dal mare all'Alta Valle, il prossimo avvicinarsi dei tanto temuti mori.

Occorre soffermarsi attentamente su due punti particolari di questa citazione:quando si individua la città di Villafranca come luogo ove arrivarono e si fortificarono i Saraceni, ed inoltre di come il Castello di Bestagno (localita' immediatamente confinante con Villaviani) venne realizzato in quegli anni per difendersi da essi. Tenuti ben presenti questi due punti possiamo procedere addentrandoci all'interno di un altro percorso di ricerca che prende spunto da una lettura dei dati effettuata presso uno dei tanti Archivi Informatizzati Araldici che come vedremo potrebbe avere qualche riferimento al nostro per dei particolari molto specifici e singolari. Richiedendo quindi informazioni sulla famiglia Verda si risale ad una sola famiglia iscritta. Non ritenendo sufficientemente esaurienti le informazioni trascritte sulla pergamena, si sono ricercate ulteriori notizie sulla storia della citta di Villafranca e su questo cognome, trovando qualche spunto al riguardo:

I Verduni: Antica famiglia, creduta originaria d'Ungheria, nobilitata assai tardi. Nel 1395 Verduno dei Verduni fu notaio , poi Chiavaro di Savigliano;nel 1398 Giacomo Verduni rogava il testamento di Aimone di Savoia Signore di Villafranca. Insieme coi Cerutti, Carutti, Marino, Rebuffo e Miglioretti ebbero porzioni nel '600 e '700 del feudo di Cantogno. Giovenale Verduno ne otteneva l'investitura il 1 dicembre 1604; Michele Antonio e Gioffredo Verduno nel 1624; Giovenale e Bartolomeo Verduno nel 1656 e così regolarmente inseguito di tempo. Ebbero sepolcro e banco in S. Stefano.Arma : d'oro a tre bande di nero, ciascuna caricata di altra banda in divisa di rosso; capo d'argento a tre lettere maiuscole romane " G " di rosso, ordinate in fasce.( vedi nota n. 5)